Abuso su minore: aspetti clinici e medico-legali

Abuso sui minori aspetti clinici e medico-legali

Le conseguenze traumatiche dell’abuso su minori

Il maltrattamento ai danni di un minore è certamente uno dei fenomeni sociali più riprovevoli, in quanto, non solo compiuto in violazione dei diritti e ai danni di un altro essere umano, ma con l’aggravante del sopruso su chi non è dotato né della struttura psicologica necessaria a riconoscerlo e affrontarlo, né di quella fisica adeguata a difendersene. Qualunque tipo di abuso su minore, rappresenta un evento fortemente traumatico che ne compromette il corretto sviluppo psicosociale, determinando una serie di gravi conseguenze potenziali per la sua salute, anche a lungo termine.

Solo in tempi relativamente recenti, la società civile ha acuito la propria sensibilità riguardo una serie di temi un tempo sottovalutati o considerati dei tabù, rendendo finalmente oggetto di studi sistematici, un fenomeno che storicamente rappresenta una vera e propria piaga sociale, con la nobile ambizione di debellarlo.

Nonostante ciò, ad oggi gli studi statistici prodotti sull’abuso su minore, dalle organizzazioni umanitarie e di cooperazione internazionale (Oms, Unicef, Interpol, Europol), non riescono a fornire un dato realistico, in quanto sono ancora numerosi gli abusi su minori che non vengono denunciati. È raro, infatti, che le vittime si confidino e chiedano aiuto; secondo l’organizzazione no-profit THORN, un terzo delle vittime non ne parla con nessuno, dato confermato da ricerche svolte dall’Unicef in 30 Paesi. Questa riluttanza spesso cela il timore di ritorsioni, sensi di colpa, vergogna e confusione, per i più piccoli, cui si aggiungono sfiducia nelle istituzioni, condizionamenti socio-culturali e disinformazione, in fasce di età superiore.

L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) definisce abusi o maltrattamenti sull’infanzia tutte le forme di cattivo trattamento fisico e/o affettivo, abuso sessuale, incuria o trattamento negligente, nonché sfruttamento sessuale o di altro genere, che provocano un danno reale o potenziale alla salute, alla sopravvivenza, allo sviluppo o alla dignità del bambino, nell’ambito di una relazione di responsabilità, fiducia o potere.
In generale si riconosce come abuso, qualunque azione compiuta in violazione della Convenzione delle Nazioni Unite sui Diritti del bambino, quindi non solo gli atti di violenza fisica e sessuale, ma anche le condizioni di trascuratezza e abuso psicologico.

In caso di sospetto maltrattamento, è fondamentale attenersi a delle precise linee guida nell’iter di accertamento, per tutelare il minore ed evitare di esporlo ad ulteriori rischi.

La valutazione medica di un sospetto di abuso sessuale sul bambino/a necessita di un approccio multidisciplinare. Le specifiche competenze del Medico Legale, lo rendono il professionista più idoneo alla raccolta di dati oggettivi a fini clinici e giuridici, a tutela del minore e ad adiuvandum nell’operato di specialisti  (pediatra, ginecologo, psicologo) con adeguata formazione e competenza tecnica in grado di riconoscere i segni riscontrabili in conseguenza di un abuso sessuale. Un approccio da subito adeguato, infatti, può evitare ulteriori inutili se non traumatiche visite al bambino/a.

Requisiti e raccomandazioni per una corretta valutazione medico-legale del minore vittima di presunto maltrattamento/abuso

È bene, in fase di accoglienza di una presunta vittima di maltrattamenti, che il medico rilevi in primo luogo alcuni dettagli che poco hanno a che fare con il quadro clinico, come ad esempio la natura del rapporto con l’accompagnatore (qualora presente), è necessario comprendere se tale presenza sia gradita o meno dal bambino/a o quanto essa possa viceversa limitarne la possibilità di racconto spontaneo; le condizioni igieniche, l’umore del bambino; successivamente si procederà all’anamnesi familiare e fisiologica del minore, con particolare attenzione alle sue abitudini, prendendo nota di eventuali precedenti accessi al PS o ricoveri ospedalieri.

La fase più delicata è indubbiamente quella dell’ascolto vero e proprio del racconto, in caso di spontanea richiesta d’aiuto, da parte del minore, o dell’accompagnatore che abbia sospetti o prove di un abuso ai danni del piccolo. Il medico avrà cura di registrare in maniera fedele il racconto del bambino/a, valutando la congruenza tra dinamica, tempi riportati (ora e luogo dell’evento denunciato), lesioni osservate e ogni altra circostanza utile ai fini della ricostruzione dell’accaduto e di una diagnosi differenziale.

Se da tale narrazione emergono elementi che portino ad ipotizzare un abuso di natura sessuale, è necessario innanzitutto attuare la procedura di conservazione degli indumenti che verranno successivamente analizzati.

Si procederà quindi all’esame obiettivo valutando le condizioni generali della vittima (ritardo di accrescimento, nutrizione, idratazione ed eventuali segni di trascuratezza), nonché all’osservazione di tutti i distretti corporei che evidenzieranno eventuali lesioni, rilevandone la compatibilità con il resoconto degli eventi traumatici e delle relative tempistiche. Sotto questo aspetto assumono rilievo la localizzazione delle lesioni, la tipologia e le caratteristiche morfocromatiche delle stesse (per comprenderne l’origine e la cronologia). L’esame clinico non può prescindere dall’accertamento dello stato psichico del minore (paura, stordimento, irrequietezza, ansia ecc.) e da opportuni rilievi strumentali, specialistici e di laboratorio ove necessari.

In caso di riferito abuso sessuale, si procederà all’analisi di ogni componente strutturale anatomica dell’apparato oro-genitale, tegumentario e alla accurata descrizione delle eventuali alterazioni e/o lesioni osservate.