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Affetta da carcinoma della tiroide, le asportano anche le paratiroidi: rischia un grave tumore alle ossa.

Affetta da carcinoma della tiroide, le asportano anche le paratiroidi: rischia un grave tumore alle ossa.

Chirurgia Generale per sospetto carcinoma della tiroide: la suddetta fu sottoposta a intervento chirurgico di tiroidectomia totale per poi essere dimessa a distanza di qualche giorno.

Il valore di calcio risultante dagli esami ematochimici aveva raggiunto gli 8,5 mg/dL il giorno precedente alle dimissioni, rientrando così nella forbice dei valori normali (8,5 – 10,5 mg/dL).

Dopo una settimana dalle dimissioni, però, la paziente venne nuovamente ricoverata nella stessa struttura ospedaliera con diagnosi all’ingresso di “ipocalcemia in tiroidectomizzata”, valore ematico del calcio pari a 6,3 mg/dL e riferiti formicolii in corrispondenza delle estremità degli arti e delle mucose delle labbra.

Nonostante la nuova dimissione avvenuta due giorni dopo, con valore ematico del calcio ristabilizzatosi a 8,4 mg/dL, per la sventurata fu l’inizio di un lungo calvario ospedaliero durato 8 anni e costellato da numerosi ricoveri in Endocrinologia per ipocalcemia severa con crisi tetaniche, un’interruzione volontaria di gravidanza, algie diffuse e coliche renali.

L’esame istologico del pezzo operatorio aveva evidenziato, infatti, la presenza di due paratiroidi a destra e di minuti (3) linfonodi paratiroidei, omolaterali, chiarendo che l’insorgere dell’ipoparatiroidismo era da imputarsi all’indebita asportazione delle ghiandole paratiroidi durante l’intervento chirurgico di tiroidectomia.

Il quadro clinico della paziente, resistente alla terapia consueta con calcio e vitamina D, portò all’avvio di una terapia sostitutiva con Teriparatide, per la quale fu addirittura necessario richiedere appositamente una deroga alle norme vigenti sulla durata del trattamento, poiché era stata superata la soglia di sicurezza relativa ad una maggiore incidenza di osteosarcoma.

Allo stato attuale la paziente risulta affetta da grave ipoparatiroidismo iatrogeno, ricorrendo dunque chiari elementi di responsabilità sanitaria.

Pertanto dovrà precisarsi che la comparsa di un ipoparatiroidismo permanente di natura iatrogena ebbe a condizionare un sensibile prolungamento del periodo di invalidità temporanea rispetto a quanto ci si sarebbe dovuto attendere per un excursus fisiologico di un intervento di tiroidectomia.

Detto periodo di tempo può essere configurato in 164 giorni, tutti ascrivibili a ricoveri ospedalieri e, dunque, a un’invalidità temporanea totale.

Alla luce, altresì, delle difficoltà nella gestione dei sintomi causati dall’ipocalcemia, con mancata responsività alla terapia convenzionale e che tutt’oggi obbliga la paziente ad assumere il Teriparatide, il danno permanente iatrogeno residuato può essere quantificato nella misura del 40%.

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